Maturità 2025 - istockphoto - Moralizzatore.it
La prima prova scritta propone sette tracce suddivise. Gli studenti hanno avuto un massimo di 6 ore per la prova e un minimo 3.
La prima prova della maturità è stata sorprendente e piacevolmente duttile.
Tutti sono stati colpiti dalla scelta della prima traccia un Pasolini poeta. Una riflessione su una poesia, Appendice 1. Scritta nel periodo friulano, dunque in quella fase di formazione necessaria per comprendere la figura e le espressioni artistiche del Pasolini successivo e più noto, quello romano.
Altro autore arrivato a sorpresa è stato Giuseppe Tomasi di Lampedusa, con il Gattopardo. Il romanzo pubblicato postumo nel 1958, narra i mutamenti avvenuti in Sicilia a partire dallo sbarco di Garibaldi sull’isola e il lento declino dell’aristocrazia borbonica, attraverso le vicende della nobile famiglia del protagonista, don Fabrizio Corbera, principe di Salina.
Si è voluto proporre un testo tratto da: Piers Brendon, Gli anni trenta. Il decennio che sconvolse il mondo e il New Deal. L’occasione per elaborare un testo attualissimo sul rapporto tra i leader politici e i cittadini attraverso i mezzi di comunicazione di massa attuali.
La scelta di far parlare i ragazzi di “Rispetto” la parola dell’anno Treccani, è stata un altro degli argomenti molto interessanti. In un momento importante dove il mondo è impegnato a distruggere gli altri e l’indifferenza e il campanilismo regnano sovrani. Anche l’opzione di Telmo Pievani, Un quarto d’era (geologica) di celebrità, in Sotto il vulcano. «I nostri successori studieranno l’Antropocene e capiranno il vicolo cieco in cui ci siamo infilati… Voleva condurre i ragazzi a riflettere sull’impatto ambientale ed economico della produzione massiva.
Grande commozione per la possibilità di scrivere di Paolo Borsellino, I giovani, la mia speranza. Le parole di un uomo che ha cambiato la forma mentis di tutti nei confronti della possibilità di cominciare a cambiare atteggiamento nei confronti della cultura mafiosa.
Per ultime le parole di Anna Meldolesi e Chiara Lalli, “L’indignazione è il motore del mondo social. Ma serve a qualcosa?” Argomentare su una ricerca, pubblicata su Science, che dimostra che questa reazione emotiva accompagna spesso contenuti discutibili e che chi si scandalizza davanti a una presunta ingiustizia non perde tempo a cliccare sui link, per approfondire e verificare.
Così, visto che la mente umana può esprimere giornalmente solo un tot di rabbioso disgusto, finiamo per sprecarlo su questioni irrilevanti per ignorare invece i temi che davvero meriterebbero la nostra irritazione.». Una riflessione moderna sul social importante per i maturandi.
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