Referendum flop - Wikipedia - Moralizzatore.it
Il quorum non è stato nemmeno sfiorato, la partecipazione popolare è crollata. La popolazione disinteressata.
La sinistra finge di avere fiducia e di affermare di essere comunque sulla buona strada politica. Tuttavia non è così se si considera il risultato di questo referendum.
Elly Schlein è destinata alla resa dei conti all’interno del Partito Democratico, con l’area riformista pronta allo scontro.
La sinistra italiana, che dopo aver trascinato i loro partiti in una battaglia referendaria persa su tutta la linea, deve provare a capire cosa in realtà non funzioni e rinnovarsi.
I riformisti di sinistra fin dalle prime ore dopo la chiusura delle urne, erano consapevoli che sarebbe stata una sconfitta e hanno manifestato il loro disappunto verso la segretaria.
Stefano Bonaccini afferma: “Quando oltre due terzi degli italiani non partecipano, serve una riflessione profonda”. Ancora più esplicita l’europarlamentare Pina Picierno, che parla senza giri di parole di “un regalo enorme a Giorgia Meloni”.
Filippo Sensi: “Referendum sbagliati, rivolti al passato, hanno portato a una sconfitta tanto più bruciante perché tocca la questione del lavoro, identitaria per il centrosinistra. Se non si allarga, se non si parla al Paese, nella sua complessità e ricchezza e varietà, ma ci si rifugia in risposte testimoniali, minoritarie, non si va lontano”. Lia Quartapelle: “Per vincere, quello che è stato fatto finora non basta. Evidentemente non basta promuovere battaglie identitarie e di minoranza, che parlano solo a una parte dei cittadini. E non basta regolare i conti con il passato, quando c’è un presente e un futuro che chiedono capacità di analisi e risposte nuove”.
Ma la segretaria del PD pare solida nella sue convinzioni: “Peccato per il mancato raggiungimento del quorum, sapevamo che sarebbe stato difficile arrivarci, ma i referendum toccavano questioni che riguardano la vita di milioni di persone ed era giusto spendersi nella campagna al fianco dei promotori, senza tatticismi e senza ambiguità. Sui temi del lavoro e della cittadinanza, che sono costitutivi per una forza progressista, continueremo a impegnarci in Parlamento con le nostre proposte”.
Una risposta data da una persona sicura del suo percorso e che probabilmente porterà a ulteriori tensioni interne. Una mancanza di compattezza quella della sinistra che si è incancrenita da anni e che rende sempre difficile per loro avere un ruolo significativo in Parlamento. Cercare di trovare un modo per essere davvero più inseriti nei problemi degli italiani sarebbe il modo giusto per cominciare un dialogo con gli elettori.
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