Processo P Diddy | La sua strategia difensiva legalmente è ineccepibile e ha vinto

P Diddy
P Diddy – Wikipedia – Moralizzatore.it

Sean “P Diddy” Combs ha ottenuto una vittoria significativa anche se parziale nel suo processo federale, merito dei suoi avvocati.

Il caso di Combs è stato discusso e ha alzato un polverone mediatico senza precedenti. Arrestato nel settembre 2024, il rapper e discografico è stato al centro di un’inchiesta colossale.

Le imputazioni principali erano: traffico sessuale (coercizione e sfruttamento), racket (secondo la legge RICO), e sfruttamento della prostituzione.

La legge RICO si applica a chiunque, commetta almeno due reati tra estorsione, corruzione, omicidio, traffico di droga e altri di tipo mafioso. È una legge federale atta a sconfiggere il crimine organizzato.

Un processo che sembrava perso in partenza, ma, se analizzate bene il verdetto della giuria, sebbene abbia ottenuto delle condanne, segna una vittoria per Combs.

Una strategia legale incredibile

La Procura aveva presentato Combs come il capo di un’organizzazione criminale, con attività sistematiche di traffico sessuale e coercizione. La difesa ha attaccato direttamente questa imputazione, sostenendo che non esisteva alcuna struttura criminale organizzata. I legali hanno sottolineato che si trattava di relazioni disfunzionali, ma non di atti mafiosi o di racket.

La difesa ha dimostrato che le presunte vittime (Cassie Ventura e “Jane Doe”) avevano partecipato volontariamente agli eventi sessuali, spesso sotto l’effetto di droghe, ma senza coercizione esplicita. La difesa ha utilizzato messaggi, video e testimonianze indirette per sostenere che gli incontri erano consensuali, anche se moralmente discutibili.

Sean Combs condanna
Processo P Diddy – Pixabay – Moralizzatore.it

La procura aveva un impianto accusatorio debole

La difesa ha evidenziato come le accuse si basassero in gran parte su testimonianze orali e ricostruzioni soggettive, avvenute anni dopo i fatti. Non sono emerse prove documentali concrete che collegassero Combs a traffico di esseri umani o a ordini diretti di coercizione. Nessun testimone lo ha visto dare istruzioni per reclutare o costringere donne. La scelta strategica degli avvocati di Combs è stato il silenzio. L’imputato non ha testimoniato. Parlare avrebbe potuto esporlo a contraddizioni durante il controinterrogatorio. I suoi avvocati hanno invece guidato la narrazione con intelligenza, scegliendo di non chiamare testimoni, ma concentrandosi sul confutare le prove della procura.

La difesa ha smontato le accuse senza prove incontrovertibili. Un comportamento moralmente riprovevole non è automaticamente un crimine. Hanno ammesso che Combs aveva usato violenza con le sue donne e condotto una vita dissoluta, ma hanno sostenuto che ciò non equivale a violazioni penali federali, specialmente in mancanza di prove chiare di coercizione o reclutamento per prostituzione. Il risultato? Assolto per i reati federali da ergastolo e colpevole solo per reati minori. Giuridicamente ineccepibile, ma la legge è diversa dalla vita vera.