EMERGENZA SANITARIA – Olio d’oliva, trovata una sostanza pericolosa | Credi di comprare il migliore ma rischi solo l’intossicazione
L’olio d’oliva diventa pericoloso. Non lo sai ma ti fa davvero male. Allarme sanitario, ti conviene non comprarlo più
La dieta mediterranea non può prescindere dall’olio extravergine di oliva, una gemma liquida che accompagna da millenni i nostri piatti. La sua produzione rappresenta una vera e propria arte: dalla raccolta delle olive alla spremitura a freddo, ogni fase influisce sul sapore, il profilo nutrizionale e i benefici per la salute.
In cucina, un filo d’olio di oliva a fine preparazione trasforma un semplice piatto in un’esperienza gustativa, esaltando aromi e texture. La sua composizione ricca di grassi monoinsaturi e antiossidanti lo rende un alleato prezioso per la nostra alimentazione.
Usato con parsimonia e nel rispetto delle corrette dosi, l’olio d’oliva si adatta a condire insalate, pescato, legumi e anche dolci tradizionali. La sua versatilità lo rende adatto a ogni pasto, ma la moderazione resta fondamentale, in particolare nelle diete ipocaloriche.
Gli esperti sottolineano che anche se è un grasso sano, apporta comunque calorie. Nelle tavole italiane si trovano etichette pregiate, spesso biologiche o da produzioni locali, accanto a marchi industriali diffusi nella grande distribuzione. Le differenze in qualità e prezzo sono notevoli, si spazia da pochi euro al litro fino a cifre da ‘olio premium’.
Olio di oliva e salute
Nella cucina contemporanea, l’olio extravergine segue le mode salutistiche e viene sempre più spesso inserito nelle diete funzionali, come quella dimagrante o anti-inflammatory. L’olio è utile anche in abbinamento a verdure e cereali integrali, regalandoci piatti nutrienti e saporiti.
La lavorazione artigianale, che conserva le note caratteristiche dell’oliva, è oggi particolarmente apprezzata e il consumatore attento sceglie premi per meticolosi processi di spremitura e culture Oleicole garantite.
Tuttavia, anche l’olio di oliva può celare preoccupanti ombre. Una ricerca ha scoperchiato infatti fatti inquietanti.
Tutto quello che non sai sull’olio di oliva
Un panel test condotto in Francia ha bocciato due marchi noti nelle nostre dispense: le linee Primadonna (Lidl) e Carrefour sono state declassate da “extravergine” a “vergine”, mentre Monini e Carapelli, pur restando tecnicamente extravergine, hanno mostrato livelli preoccupanti di contaminanti. Le analisi chimiche hanno evidenziato la presenza di plastificanti e idrocarburi Moha e Mosh, componenti a rischio per la salute, come interferiscono con il sistema endocrino e sono sospettati di essere cancerogeni.
Questi risultati allarmano non soltanto per la qualità sensoriale, ma soprattutto per la sicurezza alimentare. Non è la prima volta che contaminanti vengono trovati negli oli industriali, e il rischio potenziale aumenta ogni qualvolta la filiera non è trasparente. Pur avendo superato i test obbligatori europei, questi prodotti mostrano vulnerabilità in aspetti non sempre controllati, come plastiche e microinquinanti.