INPS: “Il 30 giugno vi portiamo via tutto”: restate con il conto a zero | Passata la legge durissima
L’INPS vi taglia fuori, non avrete più niente bisogna correre ai ripari immediatamente perché il 30 giugno si avvicina.
Scoppia la polemica in tutta Italia dopo la nuova mossa dell’INPS che lascerà presto tutti senza soldi, senza fare sconti a nessuno.
Il provvedimento sembrerebbe attivarsi dal 30 giugno 2025, e porterà conseguenze spiacevoli per migliaia di persone che riceveranno la nota.
È una misura necessaria? Migliaia le segnalazioni già arrivate, come uno schiaffo alla già precaria stabilità lavorativa ed economica dei cittadini.
Non bisogna mai dimenticare però di verificare la propria posizione sul sito dell’INPS, per evitare spiacevoli sorprese. Anche se ora tutto sembra appeso a un filo.
Il 30 giugno resti senza niente
Il 30 giugno rischia di diventare una data catastrofica per milioni di italiani. C’è chi teme di svegliarsi con il conto a zero, chi non chiude occhio per la paura di restare senza niente. Per molte famiglie rappresenta l’unica fonte di reddito in un contesto di vulnerabilità economica.
Ogni euro ha un peso specifico nella sopravvivenza quotidiana, anche una minima variazione può avere conseguenze sproporzionate. Per tanti nuclei familiari, parliamo dell’unica fonte di reddito stabile, di un sostegno che permette di coprire spese basilari come affitto, bollette, generi alimentari. L’insicurezza non è solo materiale, ma anche psicologica.
Attenti alla data: INPS porta via tutto
Tra il 26 e il 30 giugno 2025, migliaia di beneficiari dell’Assegno di Inclusione (ADI) riceveranno un SMS da parte dell’INPS con cui verranno informati della sospensione o della conclusione del sussidio. L’ADI, introdotto dal Governo italiano nel 2024 in sostituzione del Reddito di Cittadinanza, ha una durata massima di 18 mesi: chi ha iniziato a percepirlo a gennaio 2024 vedrà quindi terminare automaticamente l’erogazione in questi giorni. L’ADI è concepito come misura di sostegno temporaneo, con una durata massima di 18 mesi. I primi nuclei familiari che hanno avviato il beneficio a gennaio 2024 raggiungono ora il termine massimo previsto, in applicazione delle norme vigenti. Chi non ha presentato una nuova domanda per il rinnovo e continua a soddisfare i requisiti reddituali e patrimoniali vedrà la pratica sospesa o chiusa. In ogni caso, l’SMS fungerà da promemoria per invitare i titolari a valutare un’eventuale nuova richiesta.
Chi intende proseguire con l’Assegno di Inclusione deve controllare di avere ancora un ISEE familiare entro la soglia prevista dalla normativa; un patrimonio mobiliare e immobiliare nei limiti indicati; un nucleo familiare in cui almeno un componente sia in età lavorativa e in possesso di Patto di Attivazione Digitale (PAD) valido. Il Patto di Attivazione Digitale stipulato in occasione della prima istanza resta valido, a meno che non siano intervenuti cambiamenti significativi nel nucleo familiare (nascite, decessi, trasferimento di residenza). In tal caso sarà necessario aggiornare il PAD. Entro 120 giorni dalla presentazione della nuova domanda, è obbligatorio fissare un colloquio con i Servizi Sociali del Comune di residenza, per la definizione del Piano Personalizzato di Inclusione (PPI).