Ultim’ora salute, “Questo è il parassita di cui dovete avere paura”: uccide 70mila persone all’anno

Ultim'ora salute, "Questo è il parassita di cui dovete avere paura"
Scienziate in laboratorio (freepik) – moralizzatore.it

Un nemico silenzioso, letale e ancora poco conosciuto: gli scienziati lanciano l’allarme sul parassita responsabile di 70.000 decessi ogni anno.

Nonostante sembri un film di fantascienza, il rischio è fin troppo reale. Non possiamo più permetterci di ignorarlo, questo parassita è estremamente aggressivo e letale.

Le probabilità di sopravvivenza sono poche e gli esperti ritengono che i dati ufficiali siano solo la punta dell’iceberg.

I casi vengono spesso scambiati per altro tipo di problemi minori, per questo bisogna ed è importante condurre della analisi specifiche. 

Mentre ci siamo sempre concentrati su virus noti come l’influenza o il COVID-19 esistono, dunque, minacce meno visibili ma altrettanto mortali.

Questo parassita poco conosciuto è letale

Il vero pericolo è non sapere. Questo parassita continua a prosperare in silenzio. Lo studio condotto dagli scienziati recentemente ha portato alla luce, però, alcuni importanti dati che aiutano a comprendere meglio il tipo di attacco del parassita, il che dimostra ancora una volta l’importanza della ricerca di base come fondamento per affrontare malattie infettive globali.

Il meccanismo di “travestimento” molecolare è un’eccezionale strategia evolutiva, ma anche un bersaglio promettente per future terapie. Oramai la medicina è sempre più orientata verso l’approccio personalizzato e molecolare, ed è proprio per questo che tali ricerche offrono strumenti preziosi per progettare nuove soluzioni contro infezioni parassitarie complesse e spesso trascurate.

Ultim'ora salute, "Questo è il parassita di cui dovete avere paura"
Cellule (freepik) – moralizzatore.it

Scoperto un parassita mortale

Un nuovo studio condotto dai ricercatori dell’Università della California, Davis e pubblicato sulla rivista Trends in Parasitology ha portato alla luce una sorprendente strategia di evasione immunitaria adottata da Entamoeba histolytica, il parassita unicellulare responsabile dell’amebiasi. La scoperta offre una nuova prospettiva sulla patogenicità di questo microrganismo e apre la strada a potenziali terapie e vaccini innovativi. Entamoeba histolytica è noto per causare l’amebiasi, una malattia che può variare da lievi disturbi intestinali a forme gravi che colpiscono il fegato e altri organi. La ricerca ha rivelato che il parassita adotta una strategia particolarmente sofisticata per sfuggire alla risposta immunitaria dell’ospite: utilizza un processo chiamato trogocitosi, in cui strappa e ingerisce frammenti delle cellule umane. Ma non si limita a distruggere: E. histolytica fa propri questi frammenti e li utilizza per rivestirsi di proteine umane, in particolare CD46 e CD55. Questo “travestimento” lo rende invisibile al sistema immunitario, e in particolare lo protegge dall’attacco del sistema del complemento, un meccanismo chiave della difesa innata dell’organismo.

Per decifrare i meccanismi molecolari alla base di questa strategia, gli scienziati hanno impiegato tecniche genetiche all’avanguardia, come una libreria RNAi per silenziare selettivamente i geni del parassita e osservare quali siano coinvolti nella trogocitosi e nel mascheramento immunitario; tecnologie CRISPR, che hanno permesso di identificare con precisione i geni fondamentali per la capacità patogena del microrganismo. Grazie a queste tecniche, è stato possibile mappare con maggiore dettaglio le vie molecolari che E. histolytica utilizza per interagire e manipolare le cellule umane. La scoperta ha importanti implicazioni cliniche e scientifiche, in quanto, comprendere come E. histolytica riesca a sfuggire al sistema immunitario offre nuove opportunità per sviluppare terapie mirate che blocchino la trogocitosi o impediscano al parassita di incorporare proteine umane, progettare vaccini che insegnino al sistema immunitario a riconoscere E. histolytica anche quando camuffato e rafforzare la ricerca di base su patogeni ancora poco conosciuti ma potenzialmente letali, in particolare nei Paesi in via di sviluppo dove l’amebiasi è endemica.