Sembra una banale infezione, invece è un tumore alla vescica: “Se vedete questo segnetto chiamate subito un medico”

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Quante volte abbiamo sottovalutato un piccolo disturbo, pensando si trattasse di qualcosa di passeggero?

Un bruciore insolito, una strana sensazione, liquidi corporei che cambiano aspetto.

A volte la verità si cela dietro sintomi che appaiono banali, ma che in realtà potrebbero nascondere insidie ben più gravi.

C’è un segnale in particolare, un piccolo campanello d’allarme che il nostro corpo potrebbe lanciarci, che non va assolutamente ignorato.

Ignorarlo potrebbe fare la differenza tra una diagnosi precoce e una lotta più ardua. Presta attenzione, perché questo “segnetto” potrebbe salvarti la vita.

Non sottovalutare questo segno

Il principale sintomo del tumore alla vescica, inizialmente, è l’ematuria, ovvero la presenza di sangue nelle urine. Può essere sia macroscopica (quindi visibile a occhio nudo) che microscopica, quindi rilevabile dalle analisi delle urine. Tra gli altri sintomi del tumore alla vescica possono esserci l’anemia, la piuria – presenza di pus nelle urine – oltre ad altri disturbi come dolore, bruciore o difficoltà a urinare. In caso di neoplasie avanzate può verificarsi anche dolore pelvico. Il principale fattore di rischio del tumore alla vescica è il fumo di sigaretta, poiché le sostanze chimiche al suo interno vengono assorbite dal sangue, attraversano i reni e si raccolgono nell’urina danneggiando la vescica. Anche l’esposizione a sostanze chimiche come l’arsenico e a radiazioni (in caso di frequenti radioterapie nella zona pelvica) possono aumentare il rischio, così come le infiammazioni croniche della vescica come le cistiti o frequenti infezioni urinarie. Per quanto riguarda l’età, come detto le diagnosi di tumore alla vescica si verificano tra i 60 e i 70 anni, ed è abbastanza raro trovarlo prima dei 40.

Proprio perché i sintomi del tumore alla vescica possono essere associabili anche ad altre patologie come cistite e prostatite è fondamentale controllarsi costantemente, in modo da riconoscere tempestivamente un possibile legame con il cancro. Proprio per questo durante il Giro d’Italia Merck Italia, partner della Corsa Rosa, si sta adoperando per promuovere iniziative di prevenzione, diagnosi precoce e sensibilizzazione nel confronti della malattia con la campagna “Non girarci intorno” , patrocinata da Fiaso (Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere), Simg (Società italiana dei medici di medicina generale e delle cure primarie), Siuro (Società italiana di uro-oncologia) e Associazione Palinuro (Pazienti liberi dalle neoplasie uroteliali).

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Controllarsi è essenziale

Una diagnosi tempestiva può salvare la vita, per questo è fondamentale intervenire subito consultando uno specialista ed eseguendo degli esami che possano contribuire alla diagnosi precoce. Solitamente, gli esami più comuni sono l’ecografia dell’apparato urinario e l’esame citologico nelle urine, che serve a cercare la presenza di cellule tumorali di origine vescicale, ed è un esame utilizzato spesso anche dopo la remissione per scongiurare o riconoscere possibili recidive.

In caso di sospetti si può eseguire una citoscopia, che consiste nell’introduzione di un sottile strumento nel canale dell’uretra in modo da poterla ispezionare, oltre alle classiche TAC e PET.