Ufficiale INPS, “Vi regaliamo 10 anni di contributi”: anche se non lavorate vi spettano lo stesso | Vi pagano per starvene a casa
Immagina di poter aggiungere un decennio intero al tuo percorso contributivo senza aver versato un solo giorno di lavoro.
Sembra un’utopia, una promessa troppo bella per essere vera? Eppure, l’INPS ha ufficializzato una possibilità sorprendente che potrebbe cambiare radicalmente la prospettiva di molti futuri pensionati.
Anni “regalati”, una sorpresa che potrebbe spalancare le porte della pensione anticipata.
Non si tratta di un miraggio o di una bufala: esiste una via, riconosciuta dall’ente previdenziale, per vedersi accreditare anni preziosi.
Sei curioso di scoprire questo inaspettato “tesoretto” che potrebbe spettarti anche se non hai lavorato in quei periodi? Continua a leggere per capire come fare.
Ecco come fare
Molti lavoratori, giunti in prossimità della pensione, si trovano a fare i conti con un percorso contributivo magari lungo e impegnativo, ma insufficiente per raggiungere i requisiti necessari per il tanto agognato riposo. La prospettiva di dover continuare a lavorare nonostante la stanchezza e gli anni di dedizione può generare frustrazione e incertezza sul futuro. Sembra quasi che anni di sacrifici e contributi versati possano essere vanificati da una “piccola” mancanza nei requisiti. Per fortuna, esistono delle alternative e delle possibilità di “riscatto” che possono colmare queste lacune e avvicinare il momento della pensione. Tra le opzioni più conosciute rientrano la pensione anticipata ordinaria, che prevede un requisito contributivo elevato (42 anni e 10 mesi per gli uomini, 41 anni e 10 mesi per le donne), e Quota 103, che combina un requisito anagrafico (62 anni) con un minimo di 41 anni di contributi.
Altre misure includono Opzione Donna, rivolta a specifiche categorie di lavoratrici, e la pensione per lavori gravosi o usuranti, che con 41 anni di contributi permette l’accesso al pensionamento per i lavoratori precoci. L’Ape Sociale rappresenta un’ulteriore possibilità per chi ha compiuto 63 anni e possiede un determinato numero di anni di contribuzione. Ma se queste opzioni non dovessero essere percorribili, esiste un’altra interessante strada da esplorare: il riscatto degli anni di studio universitario. Questo strumento permette di “convertire” gli anni trascorsi sui libri in anni di contribuzione effettiva.
Un’opportunità da non sottovalutare
Un aspetto particolarmente interessante è la modalità di pagamento dei contributi da riscatto, che può avvenire anche in comode rate mensili (fino a 120) senza l’applicazione di interessi. Inoltre, le spese sostenute per il riscatto della laurea offrono importanti vantaggi fiscali.
Esse sono detraibili al 19% se pagate per un familiare a carico e sono interamente deducibili dal reddito imponibile se sostenute per sé stessi. Questa opportunità, spesso sottovalutata, può aprire nuove prospettive per un futuro pensionistico più sereno.