Ultim’ora lavoro, introdotta la quindicesima: 2mila euro in busta paga | Iniziate pure a saltare di gioia
Arriva un vero sostegno per chi lavora: ecco la “quindicesima mensilità” che porta in busta paga 2000 €.
L’introduzione di una mensilità extra da 2000€ offrirà un sostegno immediato alle famiglie italiane, messe in difficoltà dal continuo aumento dei prezzi.
L’innovazione principale consiste nell’universalità dell’agevolazione: chi lavora riceverà automaticamente questa somma aggiuntiva.
Una scelta che punta a creare un clima di equità ed evitare disparità tra figure professionali differenti.
Con quasi duemila euro in più, molte persone potranno far fronte a spese urgenti rimandate, pianificare vacanze, opere di ristrutturazione o semplicemente mettere da parte un fondo di emergenza.
Verso un nuovo welfare contrattuale?
Qualora la quindicesima mensilità venisse introdotta in modo permanente anche nei prossimi anni, si aprirebbe la strada a un’inedita architettura di salvaguardia del reddito, da affiancare alla già consolidata tredicesima e quattordicesima. Si tratterebbe di un significativo rafforzamento delle garanzie a favore dei lavoratori.
Pur restando da valutare l’effetto complessivo sui bilanci pubblici e sulle dinamiche inflazionistiche, per milioni di persone questo margine finanziario extra si traduce in un prezioso sollievo. La possibilità di avere una tale entrata extra, aumenta lo stimolo e la voglia anche di lavorare, perché adeguatamente retribuiti.
Più soldi in busta paga per gli italiani
È arrivata la firma definitiva sul rinnovo del contratto collettivo delle Funzioni Centrali che interessa circa 195.000 dipendenti, tra i quali quelli di Inps, Inail, Agenzia delle Entrate, ecc. In parole semplici, in media gli stipendi saliranno del 6%, vale a dire circa +165,85 € lordi al mese su tredici mensilità. Questo incremento porta in busta paga circa 1.000 € di arretrati medi per gli aumenti non pagati nei mesi scorsi. L’intento del nuovo contratto è dare una boccata d’ossigeno alle retribuzioni pubbliche e introdurre un po’ di flessibilità (nuovi contratti flessibili di lavoro, ferie, ecc.), il tutto senza infilarsi troppo nei tecnicismi del negoziato. Gli aumenti sono diversi a seconda del profilo professionale, e sono calcolati sul lordo mensile su 13 mensilità. In media si parla di +6%, ma con valori fissi per ogni categoria.
In pratica la tabella prevede questi aumenti lordi mensili agli operatori, di livello più basso, di +121,4 € al mese, agli assistenti +127,7 €, ai funzionari: +155,1 €, ruoli più specializzati+193,9 €. Per fare un esempio: un impiegato catalogato come “funzionario” guadagnerà circa 155 euro in più al mese, mentre un operatore di base ne avrà 121. L’incremento percentuale è lo stesso (+6%), ma tradotto in euro vale ovviamente di più per chi già prende uno stipendio più alto. In ogni caso, per tutti questi aumenti si aggiunge la tredicesima, che viene sempre calcolata sugli stessi importi incrementati. L’accordo è stato firmato da diversi sindacati di categoria (tra cui FP-Cisl, Confsal Unsa, Flp e Confintesa) che insieme rappresentano oltre la metà dei dipendenti statali, mentre non hanno firmato, invece, CGIL, UILPA e USB che coprono in particolare sanità, scuola e altri settori, manifestando critiche e perplessità sul fatto che l’aumento previsto non tenga il passo con l’inflazione accumulatasi negli ultimi anni: in pratica sostengono che il 6% concordato non recupera del tutto l’aumento del costo della vita del triennio passato.