Gaza e la trappole mortali per trucidare i palestinesi | Israele senza pietà

Solo 11 minuti per avere del cibo. In questo modo i punti di soccorso a Gaza sono diventati “trappole mortali” dove muoiono troppe persone.
Delle persone innocenti hanno perso la vita mentre erano in attesa di ricevere cibo e aiuti. Un atto di belligeranza verso dei civili palestinesi.
A Gaza continuano a consumarsi mattanze con decine di vittime, secondo fonti palestinesi che accusano l’esercito israeliano di aver aperto il fuoco vicino ad alcuni centri di distribuzione di aiuti nella Striscia meridionale.
Israele si giustifica sempre affermando o di avere intravisto potenziali gruppi di Hamas o che siano colpi di avvertimento.
Secondo il diritto militare, i colpi di avvertimento devono essere sparati previo riconoscimento dell’obbiettivo come minaccioso e mai come raffica casuale.
L’Idf è spietato
L’Idf quando apre il fuoco si trincea dietro queste scuse, ma aggiunge che l’accaduto è “sotto esame”. Le sparatorie, in base alle dichiarazioni testimoniali fornite dai presenti ai fatti, sono avvenute nelle prime ore dell’alba vicino a due siti di aiuti umanitari.
Oltre alle numerose vittime, ovviamente moltissime persone sono rimaste ferite, probabilmente un centinaio. I Funzionari palestinesi hanno espresso rimostranze contro l’esercito dello Stato ebraico, accusandolo di aver aperto il fuoco proprio su civili che cercavano solamente di procurarsi del cibo. Secondo la Palestina questi centri di aiuto sono delle trappole nella Striscia organizzate con l’unico scopo di uccidere.
Una dinamica bellica che si è ripetuta troppe volte
Da parte sua l’Idf ha affermato di essere a conoscenza delle segnalazioni di vittime dopo che le truppe avevano individuato durante la notte persone ritenute “sospette” che si stavano avvicinando alle forze israeliane nella zona di Rafah, in una modalità definita dai militari come “minacciosa”. I soldati, a quel punto, “hanno intimato loro di allontanarsi” ma al loro rifiuto hanno sparato “colpi di avvertimento”.
I siti si trovano in zone di evacuazione, il che significa che i civili in cerca di cibo devono entrare nelle aree che hanno ricevuto l’ordine di abbandonare. Secondo la pagina Facebook del GHF, i siti rimangono aperti solo per undici minuti alla volta. Questi fattori hanno portato le ONG ad accusare il sistema di essere pericoloso intrinsecamente. Il direttore dell’Unrwa, Philippe Lazzarini, ha affermato che “il cosiddetto meccanismo… è una trappola mortale che costa più vite di quante ne salvi”. Il sistema favorisce i più forti, quindi sono soprattutto gli uomini a percorrere i percorsi designati. Poi aspettano che un centro si apra. Infine, c’è una corsa al centro delle zone e una corsa per accaparrarsi una scatola. Sempre che L’Idf non spari a qualche “sospetto”.