Attenzione amanti delle passeggiate, anche l’Italia ha un grande numero di piante velenose | State attenti

Non è solo nelle foreste delle fiabe che si annidano pericoli e insidie. Anche una passeggiata reale può essere pericolosa.
In Italia esistono numerose piante velenose che crescono spontaneamente. Alcune di esse sono molto comuni e possono essere trovate anche in giardini, boschi, prati o lungo le strade di campagna.
E’ assai importante conoscerle, soprattutto se si ama passeggiare nella natura o se si raccolgono erbe spontanee per farne infusi o insalate.
Questo perché alcune possono essere molto pericolose per la salute, sia degli esseri umani che degli animali.
Se amate raccogliere erbe e i fiori spontanei, ma non siete dei conoscitori di erbologia, potete utilizzare la fotocamera del vostro telefono, nell’opzione “cerca”, Google effettuerà per voi una ricerca per capire di che pianta si tratti. Nel dubbio lasciatela dove l’avete trovata.
Piante velenose
Una delle più conosciute è l’oleandro (Nerium oleander), pianta ornamentale molto diffusa anche nei giardini privati. Tutte le sue parti sono tossiche, soprattutto le foglie e i fiori. L’ingestione può provocare nausea, vomito, problemi cardiaci e, nei casi più gravi, la morte.
Un’altra pianta molto pericolosa è la cicuta maggiore (Conium maculatum), famosa fin dall’antichità per essere stata il veleno usato per l’esecuzione di Socrate. Cresce nei luoghi umidi, come lungo i fossi o nei prati. Ha un aspetto simile a quello del prezzemolo o del finocchietto selvatico, ma contiene alcaloidi altamente tossici che agiscono sul sistema nervoso centrale
Attenzione alle piante
Anche il Tasso (Taxus baccata), un albero sempreverde diffuso nei boschi italiani, è una pianta molto tossica. Le sue foglie e i semi (contenuti nelle bacche rosse) contengono una sostanza chiamata tassina, estremamente pericolosa. Solo la parte carnosa della bacca è commestibile, ma la presenza dei semi rende comunque rischioso il consumo.
Anche il bellissimo e profumatissimo mughetto (Convallaria majalis), coltivato a scopo ornamentale, è un’altra specie tossica. Contiene glicosidi cardioattivi simili a quelli della digitale, infatti i preparati a base di Convallaria sono usati per i cardiopatici. Per questo motivo un uso improprio su pazienti sani potrebbe cagionare un arresto cardiaco.
Un’ altra pianta da temere è il veratro (Veratrum album), che cresce in montagna, molto simile alla genziana. Estremamente tossico può causare forti dolori addominali, vomito, rallentamento del battito cardiaco e, nei casi più gravi, la morte. In conclusione, in Italia esistono molte piante velenose spontanee. Dovete imparare a riconoscerle e non consumare mai piante raccolte in natura senza essere assolutamente certi della loro identità.