La regione italiana in cui si sta peggio è proprio questa: qui si soffre tutti i giorni | Sembra non esserci alcun rimedio

Barcellona cambia posto
Barcellona cambia sede (pixabay) – Moralizzatore.it

C’è una regione d’Italia dove la sofferenza quotidiana sembra essere una costante, un’ombra persistente sulla vita dei suoi abitanti.

Non parliamo di disastri naturali o crisi economiche improvvise, ma di una condizione che intacca la qualità della vita.

Un malessere diffuso che non trova spiegazioni immediate nei dati più convenzionali.

Sembra quasi una condanna, un destino da cui è difficile fuggire.

Ma qual è questa regione, e perché i suoi abitanti si trovano ad affrontare simili sfide ogni giorno? La risposta potrebbe sorprenderti e farti riflettere.

Dove la qualità della vita fatica a decollare

Quando si parla di qualità della vita legata alla salute, spesso il pensiero corre immediatamente all’efficienza degli ospedali o alla disponibilità di medici. Tuttavia, un recente studio del 13° rapporto Crea Sanità dell’Università di Roma Tor Vergata rivela una prospettiva ben più articolata.

La ricerca, presentata a Roma e condotta con il contributo di ben 107 esperti del Servizio Sanitario Nazionale, ha analizzato la qualità della vita non solo in termini di performance sanitarie, ma basandosi su cinque dimensioni cruciali: la capacità del cittadino di svolgere autonomamente attività quotidiane, la capacità di prendersi cura di sé, la presenza di ansia o depressione, la percezione del dolore fisico e la capacità di muoversi in maniera autonoma.

Ebbene, se il Trentino Alto Adige svetta per la migliore qualità di vita legata alla salute, seguito dall’Abruzzo/Molise, la peggiore situazione si registra in Umbria.

Ciò che emerge da questo studio è un dato sorprendente e controintuitivo: la qualità della vita percepita dai cittadini non è sempre strettamente correlata alle performance sanitarie misurate con parametri classici come la mobilità sanitaria o i tassi di ricovero. Infatti, alcune regioni del Sud Italia, come la Calabria e la Sicilia, mostrano una qualità di vita migliore rispetto a regioni con livelli di tutela della salute teoricamente più alti, come il Veneto.

Questo significa che un sistema sanitario eccellente non garantisce automaticamente un benessere diffuso. Daniela d’Angela, coordinatrice scientifica dello studio e presidente del Crea Sanità, spiega che tali discrepanze sono “attribuibili a stili di vita, fattori culturali, educativi e ambientali”.

Luogo perfetto
Quale sarà la regione? (pexels) – Moralizzatore.it

La classifica

La classifica del benessere legato alla salute vede sul podio, dopo Trentino Alto Adige e Abruzzo/Molise, il Friuli Venezia Giulia, seguito da Toscana, Liguria, Sardegna e Lombardia. Il Lazio si posiziona a pari merito con Piemonte/Valle d’Aosta e Calabria. Prima dell’Umbria, in fondo alla classifica, si trovano Campania e Puglia/Basilicata. Mentre la performance sanitaria vede in testa il Veneto con un 55% e la Calabria in coda con un 23%, la resilienza dei servizi sanitari premia regioni come Piemonte, Lombardia, Veneto, Liguria ed Emilia-Romagna.

Come sottolinea Federico Spandonaro, presidente del Comitato Scientifico di Crea, i livelli di performance regionale “restano lontani dai valori ottimali” e “il divario tra Nord e Sud persiste, ma il Sud guadagna terreno”. Questo evidenzia l’importanza di investire in politiche sanitarie mirate che tengano conto di tutti quei fattori culturali e sociali che contribuiscono al benessere complessivo dei cittadini.