Il grande addio dei Black Sabbath | Il loro ultimo concerto a Villa Park, nella loro città natale di Birmingham

I fan si sono radunati per salutare un gruppo che ha fatto la storia della musica. L’ultimo concerto dei Black Sabbath.
I fuochi d’artificio esplodono sul campo di Villa Park, i Black Sabbath stanno per dire addio per sempre al loro pubblico.
Coloro che praticamente hanno inventato il metal sono sul palco per l’ultima volta. Brani come War Pigs, NIB, Iron Man e Paranoid sono stati epocali e sentirli per l’ultima volta dal vivo è brivido.
Il ritorno di Bill Ward aggiunge uno swing che altri batteristi dei Sabbath non sono mai riusciti a creare.
Tony Iommi esegue i riff con precisione estrema e Geezer Butler avvolge tutti al basso. Per ultimo c’è lui: Ozzy Osbourne. E non c’è bisogno di aggiungere nulla.
Villa Park gremito
Numeri che non si vedono più in un concerto. 40.000 persone ad omaggiare i re del metal, più un picco di 5,8 milioni di altri spettatori nel live streaming .
Tutta Birmingham si è avvolta di nero per l’ultima apparizione dei suoi figli prodighi. E, naturalmente, non sono mancati gli altri omaggi al gruppo: il cambio di nome di un ponte in loro onore e l’inaugurazione di una panchina ad honorem.
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“Non voglio morire in una stanza d’albergo da qualche parte”
I Sabbath sono ormai così indistinguibili da Birmingham che era inevitabile che il loro ultimo concerto si svolgesse in città. Questa volta, però, con la salute di Ozzy al centro dell’attenzione pubblica, sarà sicuramente l’ultima. Di certo, Ozzy domina la scena prima ancora di salire sul palco, è una leggenda vivente.
I Mastodon danno il via ai festeggiamenti. E anche le band che li seguono con cover dei Sabbath. Si rianima il pubblico con i Guns N’ Roses e Never Say Die, con Axl Rose sorprendentemente in forma vocale. Suonano anche Bloody Sabbath, inserendo solo un paio dei loro grandi successi, Paradise City e Welcome to the Jungle. I Metallica sono fantastici: tesi e aggressivi fin dalla loro cover iniziale di Hole in the Sky. Aiuta anche il fatto che in For Whom the Bell Tolls abbiano una mezza dozzina dei migliori riff del metal in un unico pezzo.
E poi, finalmente, arriva Ozzy. Sul palco su un trono nero, da cui non si è mosso. Durante Coming Home, la sua lotta con l’intonazione è allo stesso tempo dolorosa e commovente: sembra sull’orlo delle lacrime mentre il pubblico lo tiene nel cuore, ma poi il King torna ad essere lui con Crazy Train. Un’era è chiusa.