INPS, “Licenziatevi, vi diamo 15mila euro per andarvene al mare tutti i giorni”: fate presto, li ricevete domani stesso

Vi conviene licenziarvi per avere tutti i soldi che servono per andare in vacanza per sempre, se lo fate subito li avrete già domani.
Una fuga dal lavoro che vi porta dritti al mare ogni giorno, senza più preoccupazioni e pensieri. Ecco quello che tutti desiderano avverarsi.
Come funziona? Ti licenzi e ricevi 15.000 euro, che potrai spendere per fare la vacanza dei tuoi sogni. Nessuna eredità, nessuna vincita rocambolesca.
Altro che “weekendino low cost” o ferie a casa con ventilatore e Netflix. Con 15.000 euro si può pensare a un viaggio vero: tre settimane in Giappone, una fuga nei fiordi norvegesi, un coast-to-coast negli Stati Uniti o un mese su un’isola greca, senza l’ansia del budget.
Sarebbe un modo per ricaricare le batterie davvero, per respirare, per ricordare cosa significa avere tempo e libertà.
Una boccata d’aria per chi lavora
Molti lavoratori oggi vivono in condizioni precarie, con stipendi che non bastano a coprire nemmeno l’essenziale. Contratti a termine, part-time involontari, stage mascherati da esperienze formative. 15.000 euro, per chi è in questa situazione, non sarebbero solo “extra”, ma un vero e proprio salvagente. Servirebbero a saldare debiti, cambiare casa, investire in formazione o semplicemente respirare.
Senza pensare per forza in grande 15.000 euro significano anche bollette pagate in anticipo, niente ansia alla cassa del supermercato, dentista senza rate, macchina riparata, figlio iscritto a una buona attività extrascolastica. Significa non dover fare i conti con l’umiliazione del “non posso permettermelo” ogni giorno. Forse 15.000 euro non cambiano una vita, ma la migliorano, eccome. E ci fanno riflettere su quanto sia fragile l’equilibrio economico in cui vivono milioni di persone. Se sei stanco di lavorare, questo è il tuo momento.
Licenziati e passa le vacanze in relax
Il Trattamento di Fine Rapporto è una somma accantonata ogni anno dal datore di lavoro a favore del dipendente. Viene corrisposta al termine del rapporto di lavoro, che si concluda per dimissioni, licenziamento o pensionamento. In pratica, è una sorta di “salvadanaio forzato”: ogni anno una quota dello stipendio (circa il 7%) viene messa da parte, rivalutata e poi restituita al lavoratore una volta cessato il rapporto. Negli ultimi mesi, l’INPS ha snellito e velocizzato le procedure per l’erogazione del TFR, anche per i lavoratori del settore pubblico, storicamente penalizzati da tempi d’attesa biblici (anche 2-3 anni).
Ora, in molti casi, l’ente permette l’erogazione quasi immediata, anche entro 30 giorni dalla cessazione del lavoro. In alcuni casi (soprattutto nel settore privato), chi si licenzia può quindi ricevere fino a 15.000 euro o più, a seconda dell’anzianità di servizio e dell’ammontare accantonato. Il TFR non si perde mai, anche se cambia datore di lavoro, se hai lavorato per molti anni, l’importo può essere anche superiore a 15.000 euro, se il tuo TFR è in un fondo pensione, le regole di accesso sono diverse, se lavori nel pubblico, puoi chiedere un’anticipo o usufruire di convenzioni bancarie per avere subito l’importo (con piccoli interessi).