Ufficiale lavoro, “Vi spettano 3.703,70 euro e non lo sapete neanche”: potete richiederli al vostro capo così
Ti spettano migliaia di euro e nessuno te lo dice. Non perdere tempo e fatteli dare dal tuo capo
Il lavoro dipendente rappresenta ancora oggi una delle forme contrattuali più diffuse in Italia. Essere un lavoratore subordinato significa avere una serie di obblighi ma anche tutele ben precise.
Tra i principali doveri c’è senza dubbio il rispetto dell’orario di lavoro, che generalmente si articola su cinque o sei giorni a settimana, per un totale di 36 o 40 ore, a seconda del contratto collettivo applicato.
Il dipendente deve adempiere alle proprie mansioni seguendo le direttive del datore di lavoro e operando nel rispetto degli obblighi contrattuali, ma ha anche il diritto di essere tutelato sotto numerosi aspetti.
In cambio della prestazione lavorativa, infatti, il lavoratore ha diritto a un trattamento economico concordato, a giornate di riposo settimanale, ferie annuali retribuite, permessi e, in caso di necessità, a congedi per malattia, maternità, paternità o assistenza a familiari.
Il lavoro dipendente e le sue tutele
Nel settore pubblico le assunzioni avvengono per concorso, l’orario è spesso più rigido ma le tutele sono generalmente maggiori, compresa la stabilità del posto. Nel privato, invece, c’è più flessibilità ma anche una maggiore esposizione al rischio di licenziamenti, soprattutto nei periodi di crisi economica.
Tuttavia, entrambi i settori prevedono strumenti di tutela in caso di perdita del lavoro o necessità particolari, e lo Stato ha messo in campo negli anni numerose forme di sostegno per i lavoratori.
Nel corso del tempo, sono stati introdotti bonus, sussidi e agevolazioni che i dipendenti possono richiedere in caso di necessità. In alcuni casi si tratta di incentivi destinati a chi ha un reddito basso, in altri si parla di indennità legate alla famiglia, alla genitorialità o alla disoccupazione.
I soldi che ti spettano di diritto
Eppure, non tutti sanno che esiste una possibilità di ottenere un’indennità molto consistente direttamente dal datore di lavoro. Come riportato da numerose fonti informative del settore, chi si dimette volontariamente dal proprio impiego può ottenere una somma fino a 3.703 euro. Si tratta di una liquidazione aggiuntiva, che può essere calcolata come parte del trattamento di fine rapporto, ma che spetta solo a determinate condizioni.
Il primo requisito, ovviamente, è che la cessazione del contratto avvenga per dimissioni volontarie e non per licenziamento. Inoltre, la cifra finale può variare a seconda dell’anzianità di servizio, dell’inquadramento contrattuale e della modalità di cessazione del rapporto. Per ottenerla, è necessario che le dimissioni siano effettuate attraverso i canali ufficiali previsti dalla legge, come la piattaforma telematica del ministero del lavoro. Una possibilità che molti ignorano, ma che può rappresentare un piccolo tesoretto per chi decide di voltare pagina.