L’Italia deve dire addio ad un campione sportivo d’eccellenza | Ci lascia Nino Benvenuti

Nino Benvenuti
La morte di Nino Benvenuti – Wikipedia – Moralizzatore.it

Nino Benvenuti era una leggenda della boxe: campione del mondo dei pesi medi di pugilato e medaglia d’oro a Roma ’60, muore a 87 anni.

Il mondo dello sport perde una grande stella, purtroppo è mancato Nino Benvenuti malato da tempo. Tutti lo ricordano, perché è stato tra i migliori pugili di tutti i tempi.

Campione olimpico nel 1960 nei pesi welter e campione mondiale dei pesi medi tra il 1967 e il 1970, epoca in cui i suoi confronti con Emile Griffith fecero la storia.

Gli appassionati ricordano anche le sue sfide con Sandro Mazzinghi, dei match incredibili.

Nella sua carriera ha disputato 90 incontri, 82 vinti (35 per ko), sette persi (2 per ko) e uno pareggiato. Dei risultati veramente invidiabili.

Benvenuti e la boxe

Nel 1967 il suo primo match contro Emile Griffith fu definito il combattimento dell’anno. Va assolutamente ricordato che è stato l’unico pugile italiano ad aver detenuto il titolo mondiale unanimemente riconosciuto di due categorie di peso (medi e superwelter). Nel 1992 è  entrato come primo italiano nella International Boxing Hall of Fame.

Quando ha deposto i guantoni è diventato attore. Ha lavorato in spaghetti-western di Duccio Tessari, ‘Vivi o preferibilmente morti’ o in polizieschi come ‘Mark il poliziotto spara per primo’. Uomo veramente versatile dal 1979 era iscritto all’albo dei giornalisti del Lazio.

Addio a Nino Benvenuti
Nino Benvenuti contro Carlos Monzón – Wikipedia – Moralizzatore.it

Il grande vuoto lasciato da un grande campione

Un lutto molto sentito per gli appassionati di boxe, ma anche per molte altre persone. Il tutto è espresso benissimo dalle parole dell’ex campione del mondo dei pesi massimi Francesco Damiani: “Quella di Benvenuti è una grave perdita, mi dispiace molto: lascia un grande vuoto nel pugilato. Lui era una grande persona, da bambino lo guardavo sempre e i primi ricordi che ho della boxe sono proprio gli incontri di Nino che vedevo con mio padre.

Lui era un eroe degli anni ’60, l’idolo di una generazione. Ho avuto la fortuna di conoscerlo quando ho intrapreso la carriera da pugile, come nella Coppa del Mondo a Roma, quando lui era ospite della Federazione e io un dilettante: ci premiò e ci fece i complimenti, lo ricordo ancora adesso”. “Eravamo tutti molto orgogliosi di Benvenuti – ha riferito Damiani- e lascia un grande vuoto. L’ho incontrato anche da allenatore, come nel torneo di Carnera a Udine a cui lui era sempre presente, ed è sempre stato bello stare in sua compagnia”. Delle bellissime parole per un uomo che ha fatto la differenza.