Altro che medico e notaio, questa è la professione più richiesta del 2025: basta la terza media

Nel 2025 il mestiere più richiesto non richiede né lauree né master, ma solo voglia di lavorare. Il tuo momento è arrivato, fai subito domanda.
Fino a pochi anni fa, le famiglie italiane sognavano per i figli una carriera da medico, avvocato o notaio, l’importante era il percorso universitario.
Oggi, però, a stravolgere le classifiche delle professioni più ambite e richieste ci pensa un lavoro che non solo non richiede una laurea, ma nemmeno un diploma.
Basta la terza media, altro che tirocini sottopagati o anni di studio senza certezze: questa figura guadagna abbastanza, già nei primi mesi.
Senza contare i numerosi benefit: buoni pasto, premi di produzione e possibilità di crescita, ma non sono solo i giovani ad approfittare di questa opportunità.
Una professione del futuro
Insomma, altro che camice bianco o toga: nel 2025 il mestiere che assicura lavoro, buono stipendio e prospettive stabili richiede solo tanta voglia di fare. Siamo abituati a credere che tanti anni di studio possano fare la differenza, che dopo aver ottenuto quel pezzo di carta abbiamo più possibilità.
Lasciamo da parte ogni altra strada che non prevede lo studio, ma la realtà sta cambiando e diventa sempre meno necessario avere perfino il diploma. Ci si prepara, dunque, a fare i conti con una realtà destinata a ribaltarsi, la carriera più ambita non è più medicina, ma si corre verso altri orizzonti, in cerca di qualcosa di più certo e pratico per mettere radici e costruirsi la propria autonomia.
Tante offerte per questo lavoro
Nonostante la presenza di migliaia di posizioni tecniche e operative disponibili, molte rimangono vacanti per mancanza di candidati con le competenze necessarie o disposti ad accettarle. Uno dei nodi centrali di questo squilibrio è la scarsa considerazione sociale verso i mestieri tecnici e pratici. Nonostante offrano concrete possibilità di occupazione e crescita professionale, molti giovani li evitano, considerandoli faticosi, poco stimolanti o privi di prestigio. Un atteggiamento spesso alimentato da stereotipi culturali e da un orientamento scolastico poco efficace. Secondo una recente ricerca di Skuola.net ed ELIS, il 41% degli studenti delle scuole superiori non prende nemmeno in considerazione l’idea di intraprendere una professione tecnica dopo il diploma. Questo dato è particolarmente allarmante in un contesto in cui il Paese ha urgente bisogno di figure specializzate per affrontare le sfide della transizione ecologica, della digitalizzazione e del rilancio turistico.
Per affrontare questo squilibrio, la formazione gioca un ruolo cruciale. Il consorzio ELIS, che riunisce aziende e università, ha lanciato le Scuole dei Mestieri: percorsi formativi orientati alla pratica e costruiti in collaborazione con il tessuto produttivo. L’obiettivo è fornire ai giovani competenze immediatamente spendibili e colmare il gap tra la domanda e l’offerta di lavoro. I numeri parlano chiaro: migliaia di studenti formati, con un tasso di occupazione molto elevato a pochi mesi dal termine dei corsi. Un modello virtuoso che dimostra come l’alleanza tra mondo della formazione e imprese possa produrre risultati concreti. Secondo le previsioni, le figure professionali più richieste nei prossimi anni saranno autista di mezzi pubblici, manutentore ferroviario, tecnico della fibra ottica, tecnico fotovoltaico, operatore elettrico, Site Manager di cantiere, operaio di manutenzione/produzione, Front-Office Agent, cameriere di sala, gestore Retail. Molte di queste posizioni sono accessibili con un diploma e un corso intensivo. Eppure, le aziende faticano a trovare i profili giusti. Per questo stanno investendo in academy aziendali, tirocini strutturati e percorsi di formazione professionale interna, con l’obiettivo di “costruire” in casa le competenze necessarie.