Rischio Alzheimer, chi ti passa i geni tra mamma e papà: è lui il genitore ‘colpevole’

Ora puoi finalmente capire quale dei due genitori rischia di passarti le patologie peggiori
Mantenere uno stile di vita sano è fondamentale per preservare il benessere fisico e mentale. Una dieta equilibrata, ricca di frutta, verdura e cereali integrali, insieme a un’attività fisica regolare, contribuisce a rafforzare il sistema immunitario, migliorare l’umore e prevenire numerose malattie croniche.
Inoltre, sottoporsi a controlli medici periodici permette di individuare precocemente eventuali problemi di salute, aumentando le possibilità di intervento efficace.
Tuttavia, nonostante tutti gli sforzi per condurre una vita sana, esistono patologie che possono colpire indipendentemente dalle abitudini quotidiane. Tra queste, l’Alzheimer rappresenta una delle sfide più complesse per la medicina moderna.
Si tratta di una malattia neurodegenerativa progressiva che compromette le funzioni cognitive, la memoria e, nelle fasi avanzate, l’autonomia della persona.
Cause dell’Alzheimer
I sintomi iniziali possono essere lievi, come dimenticanze occasionali, ma con il tempo evolvono in difficoltà significative nel linguaggio, nell’orientamento e nel riconoscimento di persone e luoghi familiari.
Le cause dell’Alzheimer non sono ancora completamente comprese, ma si ritiene che una combinazione di fattori genetici, ambientali e legati allo stile di vita contribuisca allo sviluppo della malattia.
In particolare, l’accumulo anomalo di proteine nel cervello, come la beta-amiloide e la tau, è associato alla degenerazione delle cellule nervose. Sebbene non esista una cura definitiva, alcune terapie farmacologiche e interventi non farmacologici possono aiutare a gestire i sintomi e migliorare la qualità della vita dei pazienti e dei loro familiari.
Lo studio effettuato in California
Recentemente, uno studio condotto dalla McGill University in Canada ha fornito nuove informazioni sull’ereditarietà dell’Alzheimer. Contrariamente a quanto si pensava in precedenza, la ricerca ha evidenziato che l’ereditarietà paterna potrebbe avere un impatto maggiore sul rischio di sviluppare la malattia rispetto a quella materna. Analizzando un campione di 243 individui con almeno un genitore affetto da Alzheimer, i ricercatori hanno osservato che i figli di padri malati presentavano un accumulo più significativo di proteine tossiche nel cervello, in particolare la proteina tau, associata al declino cognitivo. Questa scoperta suggerisce che l’influenza genetica paterna potrebbe essere più rilevante di quanto si ritenesse, aprendo la strada a nuovi approcci nella prevenzione e nel trattamento della malattia.
Lo studio ha anche messo in luce differenze significative tra uomini e donne nella progressione dell’Alzheimer. Le donne, pur accumulando livelli più elevati di proteina tau, sembrano mostrare una maggiore resistenza al restringimento cerebrale rispetto agli uomini. Questa resilienza potrebbe essere attribuita a fattori ormonali o a differenze nella struttura cerebrale, anche se ulteriori ricerche sono necessarie per comprendere appieno questi meccanismi.