Altro che IMU, è dell’IPC che dovete avere paura: introdotta la nuova tassa | Migliaia di italiani si stanno già strappando i capelli

Una nuova imposta colpisce le famiglie italiane e rischia di stravolgere la vita quotidiana: ecco cos’è l’IPC e perché sta facendo tremare contribuenti e commercianti.
Dopo anni di discussioni su patrimoniali, aumenti dell’IVA e imposte immobiliari, una nuova sigla si fa strada per svuotare i portafogli (e nelle paure) degli italiani.
IPC, la nuova tassa promette di essere molto più incisiva dell’IMU e sta già facendo alzare un polverone mediatico.
La misura è pensata per contrastare l’evasione fiscale, ma saranno migliaia le famiglie della classe media a finire nella rete.
Diventa lecito quindi sostenere che non solo ci viene chiesto di consumare per sostenere l’economia, ma poi ci tassano per averlo fatto.
Le reazioni politiche e sociali
Ogni Comune può deliberare aliquote diverse e anche agevolazioni locali, perciò è fondamentale verificare le delibere pubblicate sul sito del MEF (Ministero dell’Economia e delle Finanze) o sul sito ufficiale del proprio Comune di residenza. Le variazioni locali possono incidere in modo significativo sull’importo dovuto.
Per molti proprietari di immobili, il pagamento dell’IMU rappresenta un onere economico non trascurabile, che si aggiunge ad altri costi legati alla gestione della casa, come manutenzione, utenze e tasse locali. Con i ritmi di oggi tra inflazione e incertezza economica, anche un’imposta come l’IMU può pesare sensibilmente sul bilancio familiare, specie se non pianificata in anticipo. Per non parlare quindi dell’IPC che può diventare un vero e proprio incubo.
IPC: preparati a fare i conti
Con l’avvicinarsi delle scadenze fiscali, torna d’attualità il tema dell’IMU, l’Imposta Municipale Unica, e in particolare il significato dell’acronimo IPC, spesso riportato nelle delibere comunali. Contrariamente a quanto potrebbe sembrare, IPC non è un’imposta autonoma, ma sta per “Imposta su Prima Casa” – o più correttamente, viene utilizzato come codice per individuare le abitazioni principali in certe casistiche in cui l’IMU si applica comunque. In linea generale, l’IMU non è dovuta sull’abitazione principale, cioè quella dove il contribuente e il suo nucleo familiare risiedono anagraficamente e dimorano abitualmente. Tuttavia, ci sono eccezioni importanti:
Abitazioni principali di lusso, cioè quelle classificate nelle categorie catastali A/1, A/8 e A/9, continuano a essere soggette all’IMU anche se adibite a prima casa. In alcuni casi di separazione o divorzio, se il coniuge assegnatario della casa familiare non è proprietario, potrebbe crearsi una situazione per cui l’altro coniuge (proprietario ma non residente) debba pagare l’IMU. L’IMU può anche essere dovuta su abitazioni date in uso gratuito a parenti, se non rispettano tutte le condizioni previste per l’esenzione. Nel modello di pagamento F24, il codice tributo “IPC” viene utilizzato per identificare il versamento dell’IMU relativo all’abitazione principale in quelle situazioni particolari in cui l’imposta è dovuta. Non significa quindi che l’IMU sia dovuta su tutte le prime case, ma serve a distinguere questi casi specifici dalle altre tipologie di immobili.