Agenzia delle entrate, “chiunque usi l’intelligenza artificiale ci paga 42mila euro”: vi lasciano in mutande in pratica

Agenzia-delle-Entrate e IA (web) - moralizzatore.it
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L’Agenzia delle Entrate ha dispiegato un nuovo strumento di controllo, un’intelligenza artificiale capace di scrutare nel dettaglio ogni fattura elettronica.

Un’era di verifiche automatizzate è iniziata, dove il linguaggio impreciso e le descrizioni ambigue nelle fatture possono innescare indagini fiscali approfondite.

Partite IVA e microimprese si trovano ora di fronte a un potenziale rischio finanziario significativo.

Ma come funziona esattamente questo nuovo sistema e quali sono le implicazioni per i contribuenti?

Quali sono, invece, le implicazioni per chi vive in realtà economiche più piccole e spesso meno strutturate? Continua a leggere per saperlo!

È davvero finita con l’intelligenza artificiale

L’Agenzia delle Entrate ha introdotto un sistema di controllo fiscale che analizza il contenuto testuale delle fatture elettroniche, spostando l’attenzione dal mero valore economico al linguaggio utilizzato per descrivere gli acquisti. Grazie all’integrazione di intelligenza artificiale e data analysis gestiti da Sogei, le fatture vengono esaminate in tempo reale, confrontando l’attività dichiarata dal contribuente con la descrizione dell’acquisto. In caso di incoerenza, scatta un alert automatico. L’obiettivo è intercettare spese non riconducibili all’attività d’impresa; anche diciture vaghe possono innescare verifiche. Questo nuovo sistema di monitoraggio espone particolarmente microimprese e partite IVA, spesso con contabilità semplificata o senza assistenza professionale costante. Errori involontari o mancanze documentali sono più frequenti in questi contesti. È ora essenziale redigere le fatture con precisione terminologica, specificando chiaramente l’utilizzo del bene o servizio acquistato nell’ambito dell’attività.

Il criterio giuridico alla base di questi controlli è l’inerenza, come stabilito dall’art. 109 del T.U.I.R., che permette la deduzione solo dei costi direttamente collegati all’attività economica. L’automazione dei controlli rende le interpretazioni più oggettive e algoritmiche. Spese non pertinenti al codice Ateco possono essere immediatamente classificate come irregolari. Le anomalie rilevate possono portare all’esclusione dell’IVA in detrazione e del costo ai fini della deducibilità, oltre a sanzioni amministrative potenzialmente di 42mila euro, possono raggiungere fino al 180% dell’imposta non versata, rappresentando un rischio finanziario tutt’altro che trascurabile per le imprese e i professionisti. Controlli fiscali più invasivi, come accertamenti bancari, redditometri o ispezioni induttive, potrebbero poi aggiungersi al danno. Il contribuente che registra e utilizza la fattura è responsabile fiscalmente.

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Come puoi proteggerti da questa novità

Per prevenire contestazioni, è fondamentale documentare accuratamente le spese aziendali, allegando contratti e documenti che provino la coerenza della spesa con l’attività svolta. Si consiglia di evitare l’uso promiscuo di beni e servizi, separare nettamente le spese aziendali da quelle private e aggiornare tempestivamente il codice Ateco in caso di modifiche all’attività.

L’era dei controlli fiscali per così dire più “intelligenti” è iniziata, e la precisione nella documentazione è ora più che mai cruciale per evitare salate sanzioni.